[Opzionale] Tutte le possibili conclusioni sul futuro dell’umanità sono incredibili

This is an Italian translation of All Possible Views About Humanity’s Future Are Wild

La versione audio (in inglese) è qui.

Riassunto:

  • In una serie di post a partire da questo, sosterrò che nel XXI secolo la nostra civiltà potrebbe sviluppare tecnologie che consentano una rapida espansione attraverso la nostra galassia attualmente vuota. E quindi, che questo secolo potrebbe determinare l’intero futuro della galassia per decine di miliardi di anni o più.

  • Questo punto di vista sembra incredibile. Davanti a qualsiasi asserzione che viviamo in tempi così speciali, la reazione dovrebbe essere di pensarci due volte. Mostro questo rappresentando la storia della nostra galassia con una linea del tempo. (A livello personale, questa incredulità è probabilmente la ragione principale per cui, per molti anni, sono rimasto scettico sui ragionamenti di questo tipo. Asserzioni tali sull’importanza dei tempi in cui viviamo sembrano così incredibili da suscitare sospetti).

  • In realtà, però, non credo che sia possibile concludere questa questione che abbia “dell’incredibile”. Descriverò visioni alternative: una visione “conservativa”, secondo la quale le tecnologie che sto descrivendo sono possibili, ma che ci vorrà molto più tempo per svilupparle di quanto io pensi; una visione “scettica”, secondo la quale l’espansione su scala galattica non avverrà mai. Entrambi questi punti di vista sembrano incredibili a loro modo.

  • In definitiva, come suggerito dal paradosso di Fermi, si direbbe che la nostra specie si ritrovi semplicemente in una posizione eccezionale.

Prima di continuare, dovrei chiarire che non credo che diffondere l’umanità (o un qualche suo discendente digitale) attraverso la galassia sarebbe necessariamente un bene, soprattutto se impedisse definitivamente ad altre forme di vita di emergere. Penso che sia piuttosto difficile asserire con sicurezza se questo sarebbe un bene o un male. Vorrei concentrarmi sull’idea che la nostra situazione è “incredibile”. Non sto sostenendo che dovremmo essere eccitati o allegri alla prospettiva di espanderci attraverso la galassia, ma piuttosto che dovremmo comportarci con serietà nei confronti dell’enorme posta in gioco.

La mia ipotesi

Questo è il primo di una serie di articoli che riguardano l’ipotesi che viviamo nel secolo più importante per l’umanità.

In questa serie, sosterrò che ci sono buone probabilità che entro il 2100 avvenga un’esplosione di produttività che potrebbe portare rapidamente a quella che potremmo chiamare una civiltà “tecnologicamente matura”[1]. Ciò significherebbe che:

  • Saremmo in grado di iniziare a inviare navicelle spaziali attraverso la galassia e anche oltre.

  • Queste navicelle potrebbero estrarre materiali, costruire robot e computer e costruire insediamenti molto resistenti e duraturi su altri pianeti, sfruttando l’energia delle stelle e sostenendo un numero enorme di persone (e/​o i nostri “discendenti digitali”).

    • Vedi L’eternità in sei ore per una discussione affascinante e breve, anche se tecnica, di cosa potrebbe essere necessario per realizzare questo scenario.

    • In un prossimo articolo sosterrò anche la possibilità di un “congelamento dei valori”: che chi gestisce il processo di espansione spaziale potrebbe essere in grado di determinare quale genere di persone siano a capo degli insediamenti e quali tipi di valori sociali abbiano, in un modo che resti stabile per molti miliardi di anni.[2] Se ciò dovesse avverarsi, potremmo pensare alla storia della nostra galassia[3] come nella figura qui sotto. Ho segnato le tappe principali del percorso da “assenza di vita” a “forma di vita intelligente che costruisce i propri computer e viaggia attraverso lo spazio”.

Grazie a Ludwig Schubert per il diagramma. Molte date sono altamente approssimative, dipendono da un giudizio personale e/​o sono semplicemente prese da Wikipedia (fonti qui), ma le differenze plausibili non cambierebbero il quadro generale. La stima di 1,4 miliardi di anni per completare l’espansione spaziale (“Galaxy-scale expansion complete” nel diagramma) è ottenuta dividendo la distanza dei limiti estremi della Via Lattea per la velocità della più rapida sonda spaziale esistente (i dettagli sono dettagli nel foglio di calcolo più sopra). Secondo me questa è probabilmente una grossa sovrastima del tempo che servirebbe per espanderci attraverso la galassia. Vedi la nota a piè di pagina su perché non ho usato un asse logaritmico.[4]

??? È pazzesco! Credo che ci sia una discreta possibilità che viviamo proprio all’inizio di quel breve lasso di tempo durante il quale la galassia passerà da essere quasi priva di vita a perlopiù abitata. Che nel numero impressionante di persone che esisteranno, noi siamo tra i primi. Che tra le centinaia di miliardi di stelle della nostra galassia, la nostra produrrà gli esseri che la riempiranno.

So cosa stai pensando: “La probabilità di vivere in un’epoca così eccezionale sembra infinitesimale, la probabilità che Holden abbia manie di protagonismo (a nome di tutta la Terra) sembra molto più alta”[5].

Ma:

La visione “conservativa”

Supponiamo che tu sia d’accordo con me sulla direzione che prenderà l’umanità prima o poi, ovvero che un giorno avremo le tecnologie per creare insediamenti resistenti e stabili in tutta la nostra galassia e oltre, ma che tu ritenga che ci vorrà molto più tempo di quanto dico io.

Un elemento fondamentale della mia ipotesi (su cui espanderò in un altro articolo) è che entro questo secolo potremmo sviluppare un’intelligenza artificiale (IA) abbastanza avanzata da innescare un’esplosione di produttività. Supponiamo che tu abbia dubbi:

  • Pensi che io stia sottovalutando i limiti fondamentali dei sistemi di IA odierni.

  • Pensi che avremo bisogno di un numero enorme di nuove scoperte scientifiche per costruire IA che ragionino davvero con la stessa efficacia degli esseri umani.

  • E anche quando ci riusciremo, diffonderci attraverso la galassia sarà un viaggio ancora più lungo.

Pensi che niente di tutto ciò accadrà in questo secolo. Piuttosto ci vorranno circa 500 anni. È un tempo 5-10 volte superiore a quello trascorso da quando abbiamo iniziato a costruire computer. È più tempo di quanto sia passato da quando Isaac Newton ha formulato le prime ipotesi ragionevoli sulle leggi della fisica. È circa la stessa quantità tempo trascorsa dall’inizio della Rivoluzione Scientifica.

Immaginiamo anzi di essere ancora più cauti. Si pensi che il nostro progresso economico e scientifico ristagnerà. Le civiltà di oggi crolleranno e molte altre sorgeranno e cadranno. Certo, prima o poi avremo la capacità di espanderci in tutta la galassia. Ma ci vorranno 100’000 anni. È un tempo 10 volte superiore a quello trascorso dall’inizio della civiltà umana nel Levante.

Ecco la tua versione della linea del tempo:

La differenza tra la tua linea temporale e la mia è meno di un pixel, quindi non si vede nel grafico. A grandi termini, questa concezione “cauta” e la mia sono uguali.

È vero che la visione “conservativa” non richiede la stessa urgenza di intervento per la nostra generazione in particolare, ma ci colloca comunque in quella minuscola frazione di persone che vivono in un tempo incredibilmente importante. Solleva sempre lo stesso interrogativo: se le azioni che intraprendiamo oggi per rendere il mondo migliore—per quanto possano avere un effetto minimo sull’universo tra 100’000 anni—non potrebbero esercitare un riscontro insolito su scala galattica.

La visione scettica

La “visione scettica” sarebbe essenzialmente quella secondo cui l’umanità (o qualche suo discendente, anche digitale) non si diffonderà mai attraverso la galassia. Ci sono molte ragioni per cui potrebbe accadere:

  • Forse qualcosa di specifico riguardo ai viaggi nello spazio—e/​o al posizionamento di robot minerari, pannelli solari, ecc. su altri pianeti—li rende effettivamente impossibili, tanto che nemmeno altri 100.000 anni di civiltà umana saranno sufficienti per realizzarli.[6]

  • O forse sarà fattibile tecnologicamente, ma non accadrà per un qualche altro motivo (perché nessuno vuole, perché chi non vuole bloccherà coloro che vogliono ecc.)

  • Forse è possibile diffondersi per la galassia, ma per qualche motivo non è possibile persistere su molti pianeti per miliardi di anni.

  • Forse l’umanità è destinata a distruggersi prima di raggiungere questo stadio.

    • Ma nota che se il modo in cui ci distruggiamo è attraverso un’intelligenza artificiale non controllata[7], l’IA potrebbe costruirsi la propria soluzione tecnologica e diffondersi per la galassia, il ché sembra ricondurci alle sezioni precedenti. Ciò sottolinea anzi che il modo in cui gestiamo l’IA in questo secolo potrebbe avere ripercussioni per molti miliardi di anni. Quindi, l’umanità dovrebbe estinguersi in un modo da non lasciare dietro di sé altra vita intelligente (o macchine intelligenti).

  • Forse una specie extraterrestre si diffonderà nella galassia prima di noi (o più o meno nello stesso periodo).

    • Tuttavia, nota che non sembra che questo sia successo in circa 13,77 miliardi di anni dall’inizio dell’universo e, in base alle sezioni precedenti, ci sono solo circa 1,5 miliardi di anni affinché avvenga prima che ci diffondiamo per la galassia.

  • Forse qualche specie extraterrestre si è già effettivamente diffusa nella nostra galassia e per qualche motivo non la vediamo. Forse si stanno nascondendo apposta pur restando pronti ad impedirci di diffonderci troppo lontano.

    • Questo implicherebbe che stanno scegliendo di non estrarre energia dalle stelle che possiamo vedere, almeno non in maniera percepibile. Questo vorrebbe dire a sua volta che si stanno astenendo dall’estrarre grandi quantità di energia che potrebbero usare per realizzare i loro scopi, qualunque siano[8], compreso difendersi da specie come la nostra.

  • Forse la vita è tutta un sogno… o una simulazione.

  • O forse c’è qualcos’altro che non mi è venuto in mente.

Questo è un numero discreto di possibilità, anche se molte sembrano piuttosto incredibili a modo loro. Direi che, messe insieme, c’è più del 50% di probabilità che una sia vera, ma sarebbe strano se io sostenessi che d’insieme siano tutte decisamente possibili.

In definitiva, mi è molto difficile trovare un motivo per pensare che non sia ragionevole pensare qualcosa come: “Prima o poi creeremo insediamenti resistenti e stabili attraverso la nostra galassia e oltre”. Mi sembra che negare questa possibilità significhi, a sua volta, riporre un livello di fiducia “incredibile” in una qualche premessa sui limiti della tecnologia, sulle scelte che l’umanità compierà nel lungo termine, sull’inevitabilità dell’estinzione umana e/​o sugli alieni o sulle simulazioni.

Immagino che per molti lettori questa affermazione sia intuitiva, ma non per tutti. Al momento non penso di difenderla in modo approfondito, ma ci ripenserò se riceverò abbastanza richiesta.

Perché tutte le possibili visioni sono incredibili: il paradosso di Fermi

In pratica, sto sostenendo che sarebbe inverosimile pensare che non ci diffonderemo mai attraverso la galassia, ma anche che è incredibile pensare che abbiamo ottime probabilità di diffonderci attraverso la galassia.

In altre parole, sto dicendo che qualsiasi ipotesi a riguardo è difficile da supportare. Concludo questo, dato che trovo che siamo in una situazione incredibile.

Ecco alcune situazioni alternative in cui avremmo potuto ritrovarci, che non avrei considerato così inverosimili:

  • Saremmo potuti vivere in una galassia per lo più abitata, o dalla nostra specie o da un certo numero di specie extraterrestri. Saremmo stati in una regione dello spazio densamente popolata, circondata da pianeti popolati. Forse avremmo letto la storia della nostra civiltà e avremmo saputo (dalla storia e dalla mancanza di sistemi solari vuoti) di non essere forme di vita insolitamente precoci con opportunità insolite davanti a noi.

  • Saremmo potuti vivere in un mondo in cui sembra impossibile sviluppare le tecnologie di cui ho parlato. Non avremmo avuto alcuna speranza di compiere viaggi nello spazio, di studiare con successo il nostro cervello o di costruire i nostri stessi computer. Forse avremmo potuto, in qualche modo, rilevare la vita su altri pianeti, ma se l’avessimo fatto, avremmo visto che anche loro sono privi di questo tipo di tecnologia.

Ma l’espansione spaziale è una possibilità effettiva e la nostra galassia è vuota. Queste due cose sembrano in tensione. Una tensione simile—la questione del perché non vediamo segni di extraterrestri, nonostante la galassia abbia così tante possibili stelle da cui potrebbero emergere - è spesso discussa con il nome di Paradosso di Fermi.

Wikipedia ha un elenco di possibili soluzioni al paradosso di Fermi. Molte corrispondono alle possibilità dell’ipotesi scettica di cui ho fatto una lista prima. Alcune sembrano meno rilevanti per questo articolo. (Per esempio, ci sono varie ragioni per cui gli extraterrestri potrebbero essere presenti ma non essere rilevabili. Ma credo che qualsiasi mondo in cui gli extraterrestri non impediscano alla nostra specie di espandersi su scala galattica finisca per essere inverosimile, anche se gli extraterrestri ci sono).

La mia impressione attuale è che le migliori analisi del paradosso di Fermi oggi disponibili favoriscano la spiegazione che la vita intelligente è estremamente rara: c’è qualcosa di così improbabile riguardo alla comparsa della vita in primo luogo o all’evoluzione del cervello che non si è verificata in molte (o in nessuna) altre parti della galassia[9].

Ciò implicherebbe che gli stadi più difficili e improbabili sulla strada dell’espansione galattica sono quelli che la nostra specie ha già compiuto. E questo, a sua volta, è testamento che viviamo in un momento strano: agli inizi estremi della storia di un sistema solare estremamente insolito.

Se iniziassimo a trovare segni di vita intelligente in altre parti della galassia, sarei pronto a dare meno peso all’ipotesi “incredibile”. Implicherebbe che qualsiasi cosa abbia impedito ad altre specie di espandersi attraverso la galassia fermerà anche noi.

Questo tenue puntino azzurro potrebbe essere un affare terribilmente grande

Descrivendo la Terra come un puntino in una foto scattata dallo spazio, Ann Druyan e Carl Sagan scrissero:

La Terra è un piccolissimo palcoscenico in una vasta arena cosmica. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori perché, nella gloria e nel trionfo, potessero diventare i momentanei padroni di una frazione di puntino … Il nostro atteggiarci, la nostra immaginaria presunzione, l’illusione di avere una posizione privilegiata nell’Universo, sono messi in discussione da questo punto di pallida luce… È stato detto che l’astronomia è un’esperienza che umilia e forma il carattere. Forse non c’è dimostrazione migliore della follia delle presunzioni umane che questa immagine distante del nostro piccolo mondo.

Questo è un pensiero piuttosto comune: facendo un passo indietro e considerando le nostre vite nel contesto di miliardi di anni e miliardi di stelle, ci rendiamo conto di quanto sia insignificante tutto quanto a cui ci interessiamo.

Qui, però, sto sostenendo il contrario.

Si direbbe che il nostro “puntino” abbia veramente una possibilità di essere l’origine di una civiltà di dimensioni galattiche. Credere in questa possibilità sembra assurdo, persino illusorio. Ma date le nostre osservazioni, sembra altrettanto strano scartarla.

Se le cose stanno veramente così, le scelte che compiamo nei prossimi 100.000 anni o, addirittura, in questo secolo potrebbero stabilire l’esistenza, o meno, di questa civiltà di scala galattica e quali valori avrà, attraverso miliardi di stelle e miliardi di anni a venire.

Perciò, quando levo lo sguardo sull’immensa distesa dello spazio, non mi dico: “Ah, tanto alla fine non importa nulla.” Penso: “Beh, parte di ciò che facciamo probabilmente non ha importanza. Ma alcune delle nostre azioni potrebbero essere più importanti di qualsiasi altra azione che verrà mai compiuta… sarebbe davvero appropriato se non abbassassimo la guardia… [gulp]”.

  1. ^
  2. ^

    Se fossimo in grado di caricare menti in un universo digitale o creare simulazioni dettagliate di persone coscienti come lo siamo noi, sarebbe possibile collocarle in ambienti virtuali che si resettano automaticamente o comunque si “correggono” ogni volta che la società cambiasse in un certo modo (per esempio, se una certa religione diventasse dominante o perdesse il predominio). Questo potrebbe permettere ai progettisti di questi ambienti virtuali l’abilità di “congelare ad oltranza” certe religioni, sovrani, ecc. Ne parlerò più approfonditamente in un prossimo articolo.

  3. ^

    Mi sono concentrato sulla “galassia” in maniera piuttosto arbitraria. Diffonderci attraverso tutto l’universo raggiungibile richiederebbe molto più tempo che diffonderci attraverso la galassia. Fino a quando non lo faremo è ancora concepibile che qualche specie all’infuori della galassia disturbi la “civiltà stabile su scala galattica”, ma penso che tenere conto di ciò aggiungerebbe una notevole dose di complessità senza cambiare il quadro generale. Potrei però affrontare l’argomento in un qualche articolo futuro.

  4. ^

    Un asse logaritmico non avrebbe un aspetto meno strano, perché le distanze tra i traguardi “intermedi” sono minuscole rispetto ai periodi sia prima che dopo questi traguardi. Sostanzialmente, sto parlando di quanto eccezionale sia essere vivi ne [i pochi] anni più importanti tra [i molti] anni. Questo si esprime meglio usando un asse lineare. È vero che spesso i grafici strani sembrano meno strani con assi logaritmici, ma in questo caso penso che il grafico abbia un aspetto strano perché è la situazione ad essere strana. Forse la versione dall’aspetto meno strano potrebbe avere come asse delle x la distanza che percorriamo (nello spazio) a partire dall’asse 2100, ma sarebbe una premessa singolare per un grafico. Sarebbe come dare per scontata la mia tesi che sostiene che questi siano tempi molto speciali.

  5. ^

    Questo è esattamente il tipo di ragionamento che per molti anni ha fatto che io restassi scettico nei confronti delle argomentazioni che tratterò nel resto di questa serie sui possibili impatti e tempismi delle tecnologie avanzate. ~Senza dubbio è stato fondamentale per me confrontarmi con quanto “incredibile” sembra essere la nostra situazione.

  6. ^

    Sarebbe decisamente più difficile diffonderci attraverso la galassia se non fosse mai possibile fare qualcosa come caricare menti in un universo digitale (di cui discuto in un altro articolo e che è parte del motivo per cui penso che gli insediamenti futuri potrebbero avere un “blocco dei valori”, come discusso in precedenza). A suo modo, troverei incredibile l’ipotesi che sia “impossibile caricare menti digitali”, perché implicherebbe che il cervello umano sia così speciale da rendere impossibile replicarne il funzionamento in maniera digitale. (Grazie a David Roodman per questo punto.)

  7. ^

    Ossia un’IA avanzata che persegue i propri obiettivi che non sono compatibili con l’esistenza dell’uomo. Scriverò ancora riguardo questa idea. Tra i trattati che esistono in questo momento ci sono i libri Superintelligenza (Superintelligence), Human Compatible, Life 3.0, and The Alignment Problem. La presentazione più breve e approcciabile che conosco è I motivi per prendere sul serio l’intelligenza artificiale come un pericolo per l’umanità (The case for taking AI seriously as a threat to humanity, articolo su Vox di Kelsey Piper). Questo rapporto sui rischi esistenziali dovuti all’IA ricercatrice di potere, di Joe Carlsmith di Open Philanthropy, stabilisce un insieme dettagliato di premesse che complessivamente significherebbero che il problema è serio.

  8. ^

    Grazie a Carl Shulman per questo punto.

  9. ^

    Vedi https://​​arxiv.org/​​pdf/​​1806.02404.pdf “Dissolving the Fermi Paradox”.

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